Consorzio Asti Docg: oltre 90 milioni di bottiglie nel 2024, tra tradizione e modernità

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Il vitigno Moscato Bianco che dà vita alla Docg piemontese è coltivato in 51 comuni delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo per un’estensione di circa 10mila ettari rientranti nel paesaggio vitivinicolo Patrimonio Mondiale dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco

Il vitigno Moscato Bianco è coltivato nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, un paesaggio vitivinicolo Patrimonio Unesco

Il 2024 si chiude con un bilancio positivo per la produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti, due eccellenze del Piemonte che continuano a confermare il loro ruolo di leader nel segmento dei vini aromatici. Secondo i dati elaborati dal Consorzio Asti DOCG, la produzione ha superato i 90 milioni di bottiglie, mantenendo risultati in linea con l’anno precedente.

Un mercato in espansione per il Moscato d’Asti

A trainare il successo è stato il Moscato d’Asti, che ha registrato un imbottigliato di oltre 33 milioni di bottiglie, segnando una crescita a doppia cifra. Il risultato è riconducibile principalmente alla forte domanda negli Stati Uniti, in Italia e nei mercati asiatici, in particolare Corea e Cina.

L’Asti Spumante, pur segnando una lieve flessione dell’imbottigliato, ha mantenuto buone performance nell’export, con spedizioni in aumento verso l’Europa dell’Est. In parallelo, Regno Unito e Stati Uniti mostrano rispettivamente una crescita del 10% e un calo del 2%.

Un patrimonio vitivinicolo unico

La DOCG piemontese si fonda sul vitigno Moscato Bianco, coltivato in 51 comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, su una superficie di circa 10.000 ettari. Questo territorio non solo garantisce la qualità del prodotto, ma è anche riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il suo paesaggio vitivinicolo.

Il Consorzio Asti DOCG conta 1.013 aziende consorziate, tra cui spiccano 50 case spumantistiche e 778 aziende viticole. Il 90% della produzione complessiva è destinato ai mercati internazionali. Con un mix equilibrato di qualità, tradizione e capacità di adattarsi ai nuovi gusti dei consumatori globali, Asti Spumante e Moscato d’Asti rappresentano più che mai in questo momento simboli di un patrimonio enologico capace di innovarsi senza mai perdere le proprie radici.

Bassa gradazione alcolica: una tendenza vincente

Il presidente del Consorzio, Stefano Ricagno, ha sottolineato come i risultati confermino una tendenza crescente verso il consumo di bevande alcoliche a bassa gradazione, sia in Italia che all’estero. “Moscato d’Asti e Asti Spumante, grazie alla loro naturale leggerezza alcolica, rappresentano una sintesi perfetta tra tradizione e modernità. Questo li rende capaci di intercettare nuove tendenze, come quella dei cocktail, sempre più apprezzati in tutto il mondo”.

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