COSÌ BANCHE E IMPRESE ITALIANE SUPPORTANO CULTURA SPORT E FORMAZIONE
IMPRESE PER LA CULTURA
Per rendere più professionale un’attività o un progetto basta dargli il nome adatto e il gioco è fatto. Questo è quello che devono avere pensato le società (italiane) di ricerche di mercato quando hanno deciso di ribattezzare le donazioni benefiche effettuate dalle aziende “corporate giving”. Perché l’inglese fa chic, non impegna e un po’ sfila.
Scherzi a parte, la ricerca “Corporate Giving in Italy”, realizzata nel 2019 da Dynamo Academy e SDA Bocconi, ha analizzato l’attività di 103 grandi aziende. Queste, nel 2018 avrebbero donato a circa 3.000 enti del terzo settore tra Onlus, attività di volontariato, associazioni, etc., quasi 263 milioni di euro, pari a una media dello 0,25% del loro fatturato.Donazioni corporate che sono state destinate per il 23,2% del totale, ovvero circa 62 milioni di euro, a progetti di istruzione di base e professionalizzante e il 21,1% (55 milioni) a progetti legati a cultura e sport.
Un flusso di denaro in cui però non sono compresi finanziamenti a fondo perduto, le compartecipazioni, le sponsorizzazioni e altre attività non strettamente filantropiche, che, come vedremo, portano a più che raddoppiare la cifra indicata.
In ambito finanziario-assicurativo le società coinvolte nella ricerca sono state Allianz, Axa Global, Banca Mediolanum, Banco BPM, BNL (BNP Paribas) e BNP Paribas Cardif, BPER Banca, Citi, Findomestic Banca, Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA, Intesa Sanpaolo, PayPal, Reale Group, Rothschild & Co., UBI Banca, Zurich, oltre a grandi società di consulenza (Accenture, PWC, KPMG, Boston Consulting) e gruppi del settore manifatturiero, industriale ed energetico
PERCHÉ INVESTIRE IN CULTURA
Ma cosa fanno, in concreto, le aziende per la cultura? In questo caso è l’indagine RSM-Makno del luglio 2019 dal titolo “Più cultura più impresa” (a cura del professor Mario Abis dello IULM) a darci uno spaccato di come si muove il mondo imprenditoriale nell’ambito del supporto alle manifestazioni culturali nel nostro Paese. Sulla base di interviste realizzati ai responsaibli di 200 aziende, lo studio evidenzia come queste forniscano solo per il 47% un apporto economico-finanziario diretto, impegnandosi con un altro 21% di fornitura di servizie conun ulteriore 11% in competenze e consulenze. Il che ci dice che i milioni di euro sopra citati non sono che un parte dello sforzo che le imprese private italiane fanno a supporto della cultura.
Un supporto che di risultati tangibili ne ottiene molti. Secondo l’indagine citata, infatti, gli eventi supportati, infatti, hanno generato nel 2018 spese dirette per circa 102 milioni di euro, spese indirette per 87 milioni e spese nell’indotto per circa 82 milioni, per un impatto totale sull’economia italiana di oltre 270 milioni di euro per 204.000 spettatori e circa 3.000 addetti. Un euro speso per eventi gli eventi culturali, conclude la ricerca, ne genera 2,5 nell’economia locale.