ChatGPT: una nuova sfida al rapporto tra umano e digitale

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Il successo di ChatGPT è planetario. Ma di cosa si tratta, esattamente? All’intelligenza artificiale (IA) ci siamo ormai abituati da tempo. Alexa o Siri sono diventati membri delle nostre famiglie a cui fare per lo più domande stupide o ovvie oppure affidare mansioni della domotica di casa.
Chi l’avrebbe immaginato che una sottocategoria dell’IA, nell’arco di poco tempo, avrebbe guadagnato il palcoscenico principale e l’attenzione di tutti. Sto parlando dell’intelligenza artificiale generativa che si concentra sull’uso di algoritmi per generare contenuti, immagini, testo o suoni, invece di semplicemente riconoscerli e classificarli.
Si comincia a parlare di IA generativa negli anni ’50 quando vengono creati i primi algoritmi di generazione automatica di testo. Negli anni ’90 si affiancano poi immagini e suoni. Nel corso degli ultimi anni l’IA generativa è in grado di creare contenuti sempre più realistici ed affinati.

ChatGPT, il primo sito di AI pubblico

Uno degli algoritmi generativi più famosi è ChatGPT (Generative-Pre trained-Transformer), un software prodotto dall’azienda OpenAI, presentato nel 2018. L’ultima versione di GPT è la sua versione conversazionale, ChatGPT. Che ha suscitato un grande interesse per la capacità di generare testo molto plausibile e difficilmente distinguibile da quello scritto da un essere umano.

ChatGPT Open AI logo e robot
E fin qui tutto regolare; siamo nel campo della normale evoluzione del progresso scientifico e tecnologico. Eppure, insieme al grande interesse suscitato, c’è anche molta preoccupazione perché è evidente l’incursione delle macchine nell’ambito della creatività, della generazione di contenuti originali. Un ambito che finora era eminentemente umano. Che poi, in realtà, le macchine non fanno altro che consultare l’immenso archivio a cui attingono e combinare le informazioni in loro possesso. Analizzando un testo redatto da ChatGPT è praticamente impossibile identificare se l’autore sia un “umano” oppure una “macchina”.
Già oggi ChatGPT viene utilizzato in una vasta gamma di applicazioni, tra cui assistenti vocali, chatbot, e-commerce, assistenza clienti, traduzioni e molto altro.

Intelligenza artificiale e creatività

L’avanzata dell’IA ci pone davanti ad interrogativi sul tipo di società in cui vogliamo vivere; nel futuro potremo forse vivere in un mondo dove il lavoro lo farà l’IA e noi umani potremo coltivare l’arte, la creatività, l’amore per il prossimo e per la natura? Come già ipotizzavano alcuni intellettuali nell’Ottocento e nel Novecento?
Con ogni probabilità questo non avverrà. Anche perché dobbiamo sempre tenere presente che chi progetta e programma l’IA è pur sempre un essere umano. Questo fatto credo possa riporre l’intelligenza artificiale in una posizione di sottomissione rispetto all’intelligenza umana.
Sta quindi all’uomo saper utilizzare con INTELLIGENZA questi nuovi strumenti con il fine di rendere migliori le nostre vite.

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