Premio Gavi 2023, i produttori di vino si fanno sentire su costi e benefici della sostenibilità

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Premio Gavi 2023 logo Consorzio

Alla cerimonia di premiazione finale del Premio Gavi La Buona Italia 2023, svoltasi a Milano il 30 marzo 2023, le cantine sono state le protagoniste. Sia sul palco sia come oggetto della ricerca “La comunicazione del vino sostenibile”. E quello che è emerso è che i produttori di vino di qualità investono soldi, fatica e impegno nella sostenibilità. Ma lo fanno in silenzio, senza dare troppa (sufficiente?) enfasi e fare pubblicità al loro lavoro a favore del territorio.

Giunto alla nona edizione, il Premio Gavi, organizzato dal Consorzio Tutela del Gavi, quest’anno ha infatti scelto come tema portante proprio la comunicazione della sostenibilità. Cioè la capacità e la volontà di far conoscere le pratiche ambientali, di governance, sociali e culturali attuate affinché territorio, popolazione e produzione crescano e si sviluppino insieme in modo armonico.

Premio Gavi, ha vinto la buona comunicazione

Vincitrice assoluta di questa edizione è stata la cantina toscana Ruffino. Premiata per la capacità di comunicare (…) in modo chiaro con la giusta enfasi, la tutela ambientale e il consumo responsabile. Ma anche per le iniziative di “restituzione” al territorio, per la responsabilità e il welfare aziendale e per la lotta per la disparità di genere.

Siamo orgogliosi e felici di aver ricevuto questo premio. Bello vedere che è stata colta l’essenza del nostro impegno così come la sua concretezza e la trasversalità”, ha detto Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato Ruffino.

Oltre a Ruffino sono stati premiati anche il Gruppo Mezzacorona, la Cantina Pizzolato e l’Azienda Agricola Ricci Curbastroper la particolare attenzione con la quale hanno comunicato i propri progetti di sostenibilità e responsabilità sociale in ambito vinicolo“.
La Cantina Pizzolato, in particolare, era rappresentata dalle due generazioni che la gestiscono: il padre Settimo, quarta generazione di vignaioli, e la figlia Stefania, che, con il fratello Federico, rappresenta la quinta generazione.

Premio Gavi 2023 premiazione cantina Ruffino
La premiazione della Cantina Ruffino

Oltre a riconoscere la validità delle pratiche comunicative delle cantine, la qualità del Premio Gavi deve essere sottolineata anche per un’altra specificità. Pur essendo focalizzato sulla promozione del grande bianco piemontese, il Gavi appunto, il Consorzio organizzatore del premio ha la lungimiranza di guardare ben oltre le proprie colline. Arrivando a premiare cantine che producono vini trentini, toscani e veneti.  Un ottimo modo di fare sistema attraverso la cultura e la comunicazione.

Premio Gavi 2023 la famiglia Pizzolato
La famiglia alla guida della Cantina Pizzolato

Sostenibilità “elemento di sostanza” nel vino

Come anticipato, il Premio Gavi è stata anche l’occasione per realizzare una ricerca su cosa fanno e come vivono le cantine, cioè i produttori di vino, nell’ambito della sostenibilità. E, soprattutto, come comunicano i loro sforzi.

La ricerca, realizzata da Walden Lab ha analizzato le risposte date dai responsabili di 21 cantine di tutta Italia, dalla toscana Banfi alla Mastroberardino campana alla Settesoli siciliana. Dei quattro oggetti primari della sostenibilità (ambiente, economia, società e cultura) è l’aspetto ambientale ritenuto maggiormente rilevante. Messo sotto pressione da inquinamento e, soprattutto in questo periodo, dalla siccità.

Oggetto di minori investimenti è invece l’aspetto sociale (benessere dei dipendenti, differenza di genere, formazione, inclusione, etc.), mentre la sostenibilità economica non sembra ancora realizzata compiutamente. Ciò significa che i costi per garantire prodotti di alta qualità nel rispetto delle materie prime, dell’ambiente e delle persone quasi mai vengono ripagati in termini finanziari.

Tuttavia, è quasi unanime la considerazione che i costi della sostenibilità sono inevitabili, dovuti, quasi ovvi per chi opera nel settore agricolo e in particolare nella produzione di vino. Anche perché – è stato sottolineato anche dal palco del Premio Gavi 2023 – la sostenibilità garantirà un vantaggio competitivo che rischia di tagliare fuori in futuro chi non vi aderisce già da ora.

Come comunicare

La ricerca voluta dal Consorzio Tutela del Gavi si spinge poi a definire come sarebbe opportuno comunicare le attività delle cantine in ambito di sostenibilità. Prima di tutto, sottolinea lo studio di Walden Lab, serve trasparenza e chiarezza. Comunicare cosa si fa senza ambiguità e allusioni fasulle. Concetti ribaditi con forza da Andrea Cornelli, vicepresidente di UNA, associazione che riunisce le grandi aziende investitrici in pubblicità, evidenziando come esista da tempo un codice deontologico che prevede dettagliatamente le best practice (ma anche le worst practice da evitare…) in fatto di green, sostenibilità e biologico.

Importante anche diffondere la conoscenza al pubblico delle certificazioni “verdi” e del bilancio di sostenibilità, che ormai molte aziende realizzano annualmente. Diffondere è tuttavia la vera parola chiave: a chi, e come?

Al pubblico, si è detto. E già su questo le cantine sono abbastanza attive: siti web moderni, canali social e collaborazione (ma quanto positive?) con gli influencer. Fondamentali poi le visite dirette, non semplici per tutti ma importanti per verificare direttamente cosa viene fatto e come. Ma comunicare anche a dipendenti, venditori, esperti di settore, stampa specializzata e generalista, comunità ed enti attivi sul territorio. E, ovviamente, anche ai consumatori finali.

Come comunicare, infine? I responsabili delle cantine sono concordi nell’indicare gli altri tre punti essenziali. Valorizzazione della sostenibilità come concetto fondante e parte integrante del prodotto, concretezza e misurabilità degli interventi, e semplificazione di bilanci di sostenibilità e certificazioni, per renderli leggibili e comprensibili a tutti in modo chiaro e semplice.

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